Con l’avvicinarsi delle feste di Pasqua ci piace parlare di un dolce che ha radici lontanissime e che unisce la tradizione con l’eccellenza dei prodotti, in questo caso siciliani.
Alcuni cenni storici tratti da Wikipedia.
Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento si ha qualche traccia di dolci di pasta reale e pasta di pistacchio a Favara, tra cui la frutta martorana, di origine palermitana, e l’Agnello pasquale.
La tradizione narra che le prime a preparare questo dolce furono le suore del Collegio di Maria del quartiere “Batia” di Favara. La ricetta veniva tramandata oralmente, dalle suore più anziane a quelle più giovani. Una delle prime ricette dell’Agnello pasquale porta la data del 1898 ed è appartenuta ad un ricca famiglia della borghesia agraria e solfifera dell’Ottocento favarese.
Allora era un dolce poco diffuso e di produzione strettamente familiare, in quanto non poteva competere con i cannoli siciliani, ‘Cciardoni e tanti altri dolci tipici siciliani apprezzati da cento anni addietro dai favaresi. Ne fa alcuni accenni lacunosi il barone Antonio Mendola, illustre benefattore favarese.
L’Agnello Pasquale è costituito da:
- pasta reale, ottenuta dalla lavorazione a caldo di mandorle tritate, acqua e zucchero;
- pasta di pistacchio, che costituisce il ripieno, ottenuta dalla lavorazione a caldo di pistacchi tritati, acqua e zucchero.
Per aromatizzare si può usare scorza di limone grattugiata e profumo di vaniglia. La classica decorazione è la “velata”, cioè zucchero fondente che copre l’intero Agnello, tranne testa e collo.
Avete mai assaggiato questa Eccellenza della tradizione siciliana?
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